12 gennaio 2018
Così lo hanno proclamato i ministri ai Beni culturali e alle Politiche agricole: 12 mesi di eventi per celebrare il patrimonio enogastronomico italiano e le sue connessioni con arte e paesaggio
Il 2016 è stato l’anno dei cammini, il 2017 l’anno dei borghi. E il 2018? Quello appena iniziato è stato proclamato, dal ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini e dal ministro alle Politiche Agricole Maurizio Martina, l’Anno nazionale del Cibo Italiano. Cosa vuol dire? Che durante i prossimi 12 mesi prenderanno il via tante manifestazioni, iniziative, eventi legati alla cultura e alla tradizione enogastronomica dell’Italia.
La valorizzazione dei patrimoni Unesco
Molti degli eventi saranno dedicati a ciò che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell’Umanità: la dieta mediterranea, la vite ad alberello di Pantelleria, i paesaggi della Langhe Roero e Monferrato, Parma città creativa della gastronomia e infine, l’ultima arrivata, proclamata lo scorso dicembre, l’Arte del pizzaiolo napoletano. Altre iniziative contribuiranno invece a promuove le nuove candidature all’Unesco, ovvero il Prosecco e l’Amatriciana.
Il legame con il territorio e l’omaggio a Marchesi
Conoscenza e promozione dei paesaggi rurali storici, delle filiere e lotta allo spreco alimentare saranno poi gli altri focus dell’anno del cibo italiano. «Dopo la grande esperienza di Expo Milano», ha commentato il ministro Martina, «l’esperienza agroalimentare nazionale torna a essere protagonista in maniera diffusa in tutti i territori. Non si tratta di sottolineare solo i successi economici di questo settore, che nel 2017 tocca il record di export a 40 miliardi di euro, ma di ribadire il legame profondo tra cibo, paesaggio, identità, cultura. Lo faremo dando avvio al nuovo progetto dei distretti del cibo. Lo faremo coinvolgendo i protagonisti a partire da agricoltori, allevatori, pescatori, cuochi. E credo che in quest’ottica sia giusto dedicare l’anno del cibo a una figura come Gualtiero Marchesi, che ha incarnato davvero questi valori facendoli conoscere a livello internazionale».
Cibo e arte: la campagna nei musei
«È un’occasione importante per valorizzare e mettere a sistema le tante e straordinarie eccellenze e fare un grande investimento per l’immagine del nostro Paese nel mondo», ha dichiarato Franceschini. «Grazie alla collaborazione dei Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura, l’Italia potrà promuoversi anche all’estero in maniera integrata e intelligente valorizzando l’intreccio tra cibo, arte e paesaggio che è sicuramente uno degli elementi distintivi dell’identità italiana». A questo proposito, da gennaio è attiva una campagna di comunicazione social dei musei statali che pone l’attenzione sul rapporto, nei secoli, tra arte e enogastronomia: l’account Instagram @museitaliani posta e condivide circa 50 locandine digitali, tra le quali figurano la Cena con sponsali di Gherardo delle Notti, la Natura morta con peperoni e uva di Giorgio De Chirico, l’Ultima cena di Leonardo, gli affreschi di Pompei, le nature morte della Villa Medicea di Poggio a Caiano. E l’invito è quello a visitare gli oltre 420 musei, parchi archeologici e luoghi della cultura italiani, a cercare, fotografare e condividere il tema del mese con l’hashtag #annodelciboitaliano.